DESIGN MOSAIC ARCHITECTURE
   


Architettura cubica n. 1
Architettura cubica n. 2
Architettura cubica n. 3
005digit Progetto per Rimini
Digital City


DIGITAL CITY
Alcune idee sulla Città Digitale



" (...) La necessità di comunicare passa attraverso l'utilizzo di icone:
un ambiente saturo di messaggi sarà evidentemente saturo di icone,
le quali tenderanno a formare una texture che,
svincolata dal significato e considerata autonomamente,
diverrà elemento di per sè decorativo ed autosufficiente."

La Linea Adriatica 1993




Un 'modulo' urbano decorativo il cui modello compositivo è ispirato alla scacchiera della "centuria" romana ed alla radialità della città armonica ideale di matrice rinascimentale [1] .

La maglia urbana nasce dalla aggregazione seriale di tale modulo [2]secondo un processo di crescita virtualmente infinito, in cui vengono evidenziati gli elementi costitutivi tramite variazioni a campione.

Gli interventi di variazione a campione interessano quelli che vengono indicati come elementi strutturanti la Città Digitale [3] :

- i poli (luoghi fisici)
- gli assi (rete relazionale delle comunicazioni)
- i nodi (zone di interscambio ed interfaccia tra le reti)

La città disegnata privilegia una assenza di punti focali primari (prospettici) ma non di zone di attrazione costruite prospetticamente, che possono essere aree vaste (quartieri, zone) o strutture puntuali (architetture) [4] .

La rigidità - ideologica - della maglia viene interrotta attraverso episodi singolari - vitali - che evidenziano gli elementi fondanti l'idea di una città basata sui sistemi di relazione contemporanei.

L'idea rigida che nasce da un processo mentale astratto viene umanizzata dalla variazione casuale (Random City?) e causale dei singoli campioni degli elementi.

I processi urbanistici, che passavano per grandi temi di gestione del territorio (filosofie) mediati da condizionamenti che li negano, ora sembrano passare attraverso grandi e piccoli interventi in aree focali che li caratterizzano - o sembrano caratterizzarli.

Infine, una ricerca di ordine e regola nella diversità.

Ma, anche, una presa di coscienza (o dichiarazione di impotenza ;-) di fronte alla città reale della civiltà occidentale, ed ai suoi crudi rapporti di forza economico/politici e culturaldimassa.



AVVISO
Il progetto BIT CITY è volonterosamente ideale: si tratta di un concetto astratto.
Il progetto BIT CITY é sovrastrutturale: esso rappresenta concetti e non luoghi architettonicamente murati o murabili.
Il progetto BIT CITY va considerato un metodo di lettura: va interpretato nella specificità di ogni luogo.


Il progetto BIT CITY è stato pensato in occasione ed ha partecipato al concorso sulla città del futuro indetto dalla Biennale di architettura di Venezia nel 2000 <LESS AESTHETICS MORE ETHICS>.



Ipotesi bibliografica

Edwards, Paul. 1996. The Closed World. Cambridge, Massachusetts: MIT Press

Haraway, Donna. 1997. Modest_Witness@Second_Millennium.FemaleMan© _Meets_OncoMouse . New York, New York: Routledge

Campbell-Kelly, Martin and Aspray, William. 1996. Computer: A History of the Information Machine. New York, New York: Basic Books

Mitchell, William. 1995. City of Bits. Cambridge, Massachusetts: MIT Press

Castells, Manuel. 1996. The Rise of the Network Society. Malden, Massachusetts: Blackwell Publishers Inc.

Turkle, Sherry. 1995. Life on the Screen. New York, New York: Touchstone Publishing
   

Digital City
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