" (...) Come Gramsci scrisse molto tempo fa,
« Il vecchio sta morendo e il nuovo non riesce a nascere e in questo interregno
appaiono molti sintomi morbosi » . Simultaneamente il centro implode, l'ozono
si esaurisce e i valori ormai svuotati cessano di suscitare interesse. (...) "
ESTETICA DELLA GAZZA |
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Se un vulcano, un giorno, apparisse improvvisamente eruttando lapilli e lava di
fronte a Riccione, ricoprendo di cenere la novella Pompei, quale spettacolo si presenterebbe
agli ammirati archeologi del 3000 ! Cadaveri di albergatori rintanati nei bureau, mosconi fossili dai mille colori, resti di pizze napoletane ... ma soprattutto un pittoresco e polimorfo universo architettonico. Per quanto l'architettura della Costa appaia come integra nelle sue volumetrie, essa in realtà è già ora - con la sua ricca storia 'stratigrafica' - un curioso reperto archeologico da cui è possibile trarre un vivido spaccato del costume balneare del nostro 'fin de siecle' . Ogni edificio racconta una storia, ogni decoro indica uno stato d'animo, ogni sopraelevazione è un caso clinico e - probabilmente - ogni metro cubo nasconde un omicidio.
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La città di Sofronia si compone di due mezze città. In una c'é il grande ottovolante dalle ripide gobbe, la giostra con la raggiera di catene, la ruota delle gabbie girevoli, il pozzo della morte coi motociclisti a testa in giù, la cupola del circo col grappolo dei trapezi che pende in mezzo. L'altra mezza città è di pietra e marmo e cemento, con la banca, gli opifici, i palazzi, il mattatoio, la scuola e tutto il resto. Una delle mezze città è fissa, l'altra è provvisoria e quando il tempo della sua sosta è finita la schiodano, la smontano e la portano via, per trapiantarla nei terreni vaghi d'un altra mezza città. Così ogni anno arriva il giorno in cui i manovali staccano i frontoni di marmo, calano i muri di pietra, i piloni di cemento, smontano il ministero, il monumento, i docks, la raffineria di petrolio, l'ospedale, li caricano sui rimorchi, per seguire di piazza in piazza l'itinerario di ogni anno. Qui resta la mezza Sofronia dei tirassegni e delle giostre, con il grido sospeso dalla navicella dell'ottovolante a capofitto, e comincia a contare quanti mesi, quanti giorni dovrà aspettare prima che ritorni la carovana e la vita intera ricominci. E'un brano tratto da Le città sottili. 4. di Italo Calvino
" (...) L'agile salto improvviso del poeta filosofo
che si solleva sulla pesantezza del mondo dimostrando che la sua gravità contiene
il segreto della leggerezza mentre quella che molti credono essere la vitalità
dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della
morte, come un cimitero di automobili arrugginite. (...) "
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pseudo-innovatore che vuole oggi presentare la città vacanziera del 2000
è già nella sua immagine cartacea e pastellata un regno di morte, perché
propone luoghi e ritmi avversi alla natura; la rombante sguaiatezza di oggi, seppure
ancora vissuta con paesano godimento, si potrebbe ancora di più trasformare
in ambientazioni intrise e sature di riferimenti alieni (e quindi alienanti) presi
a prestito dalla cultura urbanistico-architettonica che ha prodotto le periferie
cittadine. Giovanna Mulazzani |
" (...) La memoria è fra tutte le facoltà
quella che più ha a che fare con l'architettura. La memoria che i greci personificavano in Mnemosine, madre di tutte le muse, è la sua vera padrona. Il loro nome Muse deriva forse da memoria, poichè nei tempi antichi i poeti, non avendo la possibilità di leggere testi scritti, consultavano la loro memoria per trovarvi ispirazione. (...) "
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in una 'Metropolina' intrisa di manifestazioni lontane dalla complessità
del reale, che tendono ad uniformare e ad appiattire lo spazio attraverso la sospensione
del tempo; e quindi allontanando da sé la dimensione ed il senso della memoria. Giovanna Mulazzani |
La memoria ridona al mondo il paradiso perduto, ciò
che l'uomo inevitabilmente per andare avanti è costretto a perdere ; la memoria
ci ridona il senso eroico della vita. Essa è l'elemento mitologico del 2000 . VULCANO E MERCURIO |
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La leggerezza della pensosità fa apparire la frivolezza opaca e pesante.
Giovanna Mulazzani |